L’alfabeto dello sguardo, opera scritta a quattro mani dal critico e saggista cinematografico Antonio Medici e dal cineasta Daniele Vicari (il suo primo film a soggetto, Velocità massima, vinse nel 2001 il David di Donatello come “miglior regista esordiente”), è un prodotto anomale e sperimentale. Non tanto perché si propone di “smontare” e spiegare i meccanismi nascosti della dominante comunicazione audiovisiva (cinematografica, televisiva, ecc.), ma soprattutto perché si preoccupa di renderli familiari e di inserirli nelle conoscenze e nei bagagli culturali dell’età formativa.
Una forma elementare di “alfabetizzazione” dello sguardo spettatoriale, così potremmo in qualche maniera, infatti, interpretare il titolo e lo scopo dell’opera. Una “alfabetizzazione” però ancora non compiutamente entrata nei percorsi formativi e educativi della scuola italiana, così come, un po’ malinconicamente, ci ricorda già la denominazione stessa della collana in cui questo libro è inserito: Scuolafacendo.
Una « scuola da fare » rappresenta anche però il momento aurorale ed embrionale del progetto pedagogico, dove tutte le idee si pongono come novità infinite e possibili e dove la stessa metodologia didattica è tutta ancora da stabilire. E sono sicuramente questi slanci e queste passioni ad alimentare le ricerche e le pagine dello scritto di Medici e Vicari, dove accanto alla necessità di fornire informazioni ed insegnamenti si sente energica la preoccupazione di “fare qualcosa” per sviluppare nei ragazzi e nei lettori un atteggiamento non più passivo, ma consapevole e critico, nei confronti delle immagini e dei testi audiovisivi.
Il volume si sviluppa in 5 capitoli, tre di ordine più prettamente teorico (L’illusione del movimento, L’immagine segno e Le forme del discorso audiovisivo, curati da Antonio Medici) e due di stampo più specificamente tecnico (L’inquadratura e Il montaggio audiovisivo, curati da Daniele Vicari), offrendo così una ragionata ed articolata esplorazione, se pur solo introduttiva, del vasto e complesso territorio dell’audiovisivo. Alla presentazione degli elementi costitutivi del linguaggio audiovisivo fanno seguito diversi esempi chiarificatori di film e programmi televisivi tratti dalla storia del cinema e della televisione con tanto di riproduzioni, immagini e fotogrammi per visualizzare nel modo più esauriente le problematiche esposte.
Interessanti ed utili risultano essere inoltre i Percorsi didattici che concludono ogni capitolo, nei quali vengono proposti – diversificati per la scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado – esperimenti, suggerimenti e metodologie per istituire una “didattica” del linguaggio audiovisivo.
Caratteristica inoltre l’indicazione (con l’icona di una manina che clicca) dei passi del testo che prevedono un’integrazione supplementare on line e che possono facilmente essere scaricati dal sito www.scuolafacendo.carocci.it, ponendo così il libro all’avanguardia anche nelle possibilità tecnologiche come testo “aperto” a letture nuove e multimediali.
Conclude l’opera una bibliografia essenziale.
L’alfabeto dello sguardo si pone dunque come un primo passo per far sì che un giorno andando a scuola si possa veramente “imparare a leggere” oltre che la lingua italiana anche il linguaggio dei media audiovisivi, vista la rilevanza che questo detiene, e probabilmente sempre maggiormente deterrà, nella nostra società.
Per tutti quelli che credono ancora nelle immagini e, soprattutto, nella loro educazione