David Bordwell, Kristin Thompson
CINEMA COME ARTE
Teoria e prassi del film
Il Castoro, 2003. 33,50 euro”, “Giunta alla sesta edizione (la prima risale al 1977) attraverso diverse e indicative revisioni progressive, l’opera dei coniugi Bordwell, famosi e illustri studiosi di cinema dell’Università del Wisconsin, risulta essere sempre più un testo fondamentale per introdurre – ma, diciamolo subito, in maniera approfondita, dimostrando come anche un’introduzione possa essere operazione composita – qualsiasi lettore alla nozione, certamente affascinante ma quanto mai articolata, di cinema come forma d’arte. Ciò che differenzia, infatti, questo testo dalla consueta manualistica cinematografica che vuole presentare gli elementi caratteristici dell’arte filmica, è proprio il suo enfatizzare la natura artistica del cinema cercando di individuare quelle pratiche costruttive, linguistiche e semiotiche specificamente filmiche, che ci portano ad avere reazioni ed esperienze simili sia se assistiamo ad una proiezione cinematografica, che se ci troviamo di fronte ad un’opera d’arte pittorica, letteraria, teatrale, architettonica, musicale o scultorea.
Partendo da tali presupposti, l’opera pone al centro del suo interesse « il film nel suo complesso », poiché, come affermano i due studiosi, « il pubblico si confronta con film interi, non con i suoi frammenti o con temi astratti » e lo esamina come un « manufatto », vale a dire discernendone, attraverso un metodo più o meno consolidato come l’analisi filmica, caratteri e tecniche costituenti. In tal modo, il testo si articola in 5 sezioni, ognuna delle quali si propone di risolvere questioni pertinenti al rapporto fruitore-film, tentando di proporre un repertorio di principi e di concetti generali sulla forma e la tecnica filmica, al fine di impartire al lettore-fruitore di film una preventiva metodologia critica con la quale rapportarsi a qualsiasi singolo film. Così la parte prima, Produzione, distribuzione e fruizione del film, espone il percorso compiuto dal film, dalla sua preparazione fino alle sue diverse forme di consumo; la seconda, La forma filmica, ne esamina la composizione formale, i suoi concetti e principi caratteristici e ne presenta anche la forma a noi più familiare: la narrazione; la terza, Tipi di film, mostra come si possono classificare i film, attraverso i generi cinematografici e i modi in cui questo è stato realizzato (film documentario, sperimentale o d’animazione); la quarta, Lo stile filmico, si concentra sulle funzioni espressive delle quattro principali tecniche filmiche (la messa in scena, la fotografia, il montaggio e il suono), ne illustra i motivi distintivi e le problematiche teoriche ad esse principalmente connesse; la quinta, infine, Analisi critica del film, propone delle analisi campione di film differenti – per stile, contesto storico e ideologia – della storia del cinema (il cinema narrativo classico, le alternative narrative alla cinematografia classica, il documentario), concludendo il percorso del lettore che così, all’acquisizione di un metodo generale per l’analisi filmica, congiunge anche degli esempi concreti.
L’opera di Bordwell e Thompson dunque, “monumentale” per forma e contenuti (libro in copertina rigida, 21×26 le dimensioni, 533 pagine e un prezzo non certamente appetibile per tutti), risulta essere, pur nella vastità e complessità degli argomenti trattati, un testo indispensabile per “entrare” consapevolmente nei discorsi cinematografici.
L’agilità, semplicità e comprensibilità di lettura lo rende inoltre un volume idoneo per un ampio bacino d’utenza, che va certamente dallo studente di un corso propedeutico o avanzato di cinema (utilissimi in tal senso sono gli Approfondimenti che chiudono la maggioranza dei capitoli, nei quali vengono poste questioni particolari atte a rilanciare discussioni, riflessioni, nuove ricerche e letture) ma arriva chiaramente anche al lettore genericamente interessato che vuole solo “saperne di più” sui film e le loro regole costitutive.
Ricchissimo inoltre d’illustrazioni, o meglio d’ingrandimenti di fotogrammi cinematografici (nella parte centrale ce ne sono molti anche a colori), è un’opera che si ha piacere anche solo a sfogliare e guardare.
Vastissimo ovviamente il corpus di opere cinematografiche citate, riprodotte o anche solo menzionate, dagli esempi “classici” della storia del cinema a opere sperimentali e d’avanguardia, da opere di recente distribuzione a quelle di cinematografie nazionali poco studiate.
Divertenti infine le citazioni di artisti, cineasti, attori e critici che accompagnano a margine il testo, offrendo spesso una prospettiva diversa e originale dei temi trattati.Concludono l’opera l’indice dei nomi e dei film, sempre utili, soprattutto per letture successive, in testi così ampi e articolati.
Cinema come arte è in conclusione uno scritto importante che fornisce un compendio basilare, completo e sistematico dell’arte filmica e che resterà sicuramente, e probabilmente per lungo tempo, un “punto fisso” degli studi accademici sull’arte cinematografica